Ho imparato. In viaggio con i giovani sognando un'Italia mondiale by Enrico Letta

Ho imparato. In viaggio con i giovani sognando un'Italia mondiale by Enrico Letta

autore:Enrico Letta [Enrico Letta]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Contemporanea
editore: Società editrice il Mulino, Spa


8.

Verdi per sempre

Il primo condizionatore d’aria che ho visto lo installarono i miei nonni materni nella loro casa nel centro di Sassari. Erano i primi anni Settanta, avrò avuto 6 o 7 anni. Ricordo un oggetto ingombrante e rumoroso. E il lungo tira e molla prima della decisione di un acquisto così impegnativo. Un po’ come avveniva nelle tante famiglie della classe media italiana negli anni del miracolo economico: gli elettrodomestici a tappe, l’uno dopo l’altro, che scandivano il progresso. In questo caso si trattava di scegliere fra tenersi il caldo afoso e convivere con il timore di consumi eccessivi (e raffreddori fuori stagione).

Prevalse la seconda opzione e da allora quella dei nonni a Sassari per me e per Vincenzo, mio fratello, divenne la casa con il condizionatore. Anche perché non ricordo in quegli anni di aver frequentato nessun’altra abitazione con l’aria condizionata. Ritorno spesso a questa storia dell’aria condizionata, una mia piccola mania, perché il condizionatore mi dà fastidio. Da ragazzo, negli anni Ottanta, per la prima volta negli Stati Uniti, mi colpì subito la diffusione dei condizionatori. Lì tutte le case della classe media e tutti gli uffici erano come la casa dei miei nonni a Sassari. Sarebbe stato un calvario vivere in America con quelle continue botte d’aria condizionata che ti uccidono, pensai. Sempre con l’occhio ai condizionatori ricordo al contrario quanti pochi ne vidi quando in quegli stessi anni andai a Giacarta.

Quarant’anni dopo l’Italia è piena di condizionatori come l’America di allora e come Giacarta e le megalopoli asiatiche di oggi. Nel frattempo, la popolazione mondiale è raddoppiata. E bastano piccoli aneddoti così, frutto dell’osservazione anche banale sui nostri consumi, per realizzare quanto il nostro modello di sviluppo sia cambiato. Siamo tutti più consapevoli che l’ambiente vada protetto, i sondaggi sono concordi su questo. E molte azioni si muovono nella giusta direzione. Ma l’altra faccia della medaglia è che, come abbiamo visto, nel villaggio mondiale siamo molti più di prima, e tutti, o quasi, ci stiamo maledettamente abituando a una vita quotidiana che consuma, anzi divora, quantitativi di energia sempre maggiori. Le centinaia di milioni di cittadini che nel mondo (in Asia, specialmente) diventano moderne classi medie ogni anno si avvicinano ai nostri livelli di consumo e si allontanano quindi i traguardi di riduzione delle emissioni che ci diamo. È colpa loro? O è forse mancanza di una comune, responsabile, visione d’insieme a salvaguardia del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti?

La frustrazione nel non vedere risultati immediati, nonostante gli impegni, rischia di produrre un terribile effetto disincentivante. Può far scattare il meccanismo mentale alla Trump: «Intanto consumiamo e godiamoci il presente, poi una qualche invenzione domani aiuterà a risolvere i problemi ambientali». La prima azione deve essere proprio quella di smontare questo pensiero insidioso che si affaccia nella testa di tutti, confermando alla fine l’idea che c’è un pochino di Trump in ognuno e che la chiave di tutto è capire come riuscire a dominarlo.

Disfarsi di quel pensiero, e tacitare il Trump che è in noi, non è difficile: basta mettersi in testa che il problema non è domani, ma oggi.



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